Tuscania

Musica e Umanesimo

“Un omaggio alla Toscana, prima terra liberata dalla pena di morte”

Il 30 novembre 1786 il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo promulgò la riforma delle leggi penali con la quale venne per la prima volta nella storia abolita la pena di morte in uno stato.

Proprio in quegli anni, musicisti toscani come Cambini, Boccherini e Cherubini, offrono un notevole contributo all’elaborazione dei generi cameristici e delle strutture musicali che si sono poi imposti nel periodo classico e romantico.

Alraune celebra questo importante momento storico con la riproposizione su strumenti originali di pagine – spesso poco conosciute – di compositori toscani e dei compositori a loro coevi con i quali entrarono in contatto, quali Mozart, Haydn e Beethoven.

Tuscania è un progetto moralmente “impegnato”; alla volontà di divulgazione musicale si accosta un non meno importante impegno alla costruzione del civismo, ripercorrendo la faticosa storia delle conquiste civili dall’Illuminismo ai giorni d’oggi.

Tuscania si può declinare sotto forma di concerto tradizionale, in cui i musicisti interagiscono col pubblico inquadrando storicamente i brani musicali in programma, oppure come spettacolo con musica e voce narrante.

Una selezione di proposte

Follia della Rivoluzione. Rivoluzione della Follia

“Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? 
Dov’è il sottile ragionatore di questo mondo?”
(1 Corinzi 1,18)

Spettacolo musicale sui manicomi fiorentini del ‘700, per due viole e voce narrante.

Siamo tra Parigi e Firenze nella seconda metà del Settecento. La voce narrante di Alessandra Morellato racconta come si conobbero e confrontarono Mozart e Cambini, in un periodo in cui gli ideali dell’Illuminismo fermentavano nella Parigi pre-rivoluzionaria e nella Firenze che il granduca Pietro Leopoldo aveva aperto alle riforme civili.
Si parlerà di matti e di dottori di allora, delle “matterie” fiorentine e parigine, ascoltando i duetti per due viole di Cambini e arie tratte dal Flauto Magico di Mozart, trascritte per due viole nel 1792.

Organico: voce narrante, due viole

Colombe e Coccodrilli

Cambini incontra Beethoven.

Siamo ad inizio Ottocento. Cambini si reca ad un concerto in qualità di critico musicale per Les Tablettes de Polymnie: in programma una sinfonia di un giovanissimo compositore, un certo Ludwig van Beethoven.
Cambini inquadra alla perfezione il lirismo nei movimenti lenti, la classicità nello stile ma anche la carica rivoluzionaria beethoveniana che porterà alle porte del Romanticismo in musica: “A volte prende il maestoso volo dell’aquila; a volte striscia su sentieri rocciosi. Dopo essere penetrato nell’anima con una dolce malinconia, l’ha strappato al più presto da una massa di accordi barbari. Mi sembra di poter vedere insieme colombe e coccodrilli.”
Cambini e Beethoven. Il primo fedele alla Rivoluzione Francese, per cui scrisse alcuni inni, il secondo affascinato dalla figura di Napoleone, fin quando questi non mostró le sue mire imperiali e assolutistiche.
I musicisti, eseguendo pagine di Cambini e Beethoven, dialogheranno sulle illusioni e disillusioni politiche e l’attrazione verso l‘uomo forte al comando.

Organico: due viole, un violoncello
Organico alternativo: quartetto d’archi

Tra guerra e quartetti

Haydn e Boccherini durante la Guerra dei Sette Anni

Nel 1757 Haydn era ingaggiato come maestro di cappella per la sua tenuta estiva di Weinzierl ed in questa occasione si formò un ensemble musicale formato dal compositore stesso, dal parroco, dall’intendente della tenuta e da un certo Albrechtsberger. Nello stesso anno i toscani Pietro Nardini, Filippo Manfredi, Giuseppe Cambini e Luigi Boccherini si esibirono per sei mesi in quartetto in quel di Milano.
Nel 1759 Haydn pubblicò i 6 quartetti op.1. Nel 1761 Boccherini vide stampata al raccolta per quartetto d’archi op.2.
Senza saperlo Boccherini e Haydn stavano lottando per accaparrarsi l’onore di aver fondato il quartetto d’archi, genere di musica da camera d’eccellenza, un po’ come Roald Amundsen e Robert Falcon Scott per la conquista del Polo Sud.
Intanto, tra il 1756 e il 1763, si combatteva la Guerra dei Sette Anni, che vide oltre 1.300.000 perdite militari e civili nei vari campi di battaglia in Europa, America, India e Africa, una Guerra Mondiale in piena regola.
I musicisti metteranno a confronto l’epopea culturale settecentesca, la nascita del quartetto, lo sviluppo degli ideali illuministici, con la tragicità e l’irrazionalità dei conflitti e le conseguenze sociali.

Organico: quartetto d’archi

Leopoldo II, tra Beccaria e Mozart

«Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio.» 
Beccaria, 1762
«Ho visto impiccare 4 tipi qui sulla piazza del duomo. Qui impiccano come a Lione.» 
Mozart, 30 Novembre 1771


Il 2 Aprile 1770 Mozart il pubblico fiorentino ammirò un Mozart tredicenne superare le prove presentate da Pietro Nardini. Erano passati sei anni da quando Cesare Beccaria aveva pubblicato il libello “Dei delitti e delle pene” e a Firenze il Granduca Leopoldo prendeva in grande considerazione lo scritto di Beccaria, tanto che sarebbe passato alla storia per essere stato il primo monarca ad aver abolito la pena di morte.
Leopoldo teneva anche in gran considerazione il giovane Mozart, tanto che il padre Leopold sperò di poter essere assunto assieme a Wolfgang alla corte toscana. Sennonché l’imperatrice d’Austria, madre di Leopoldo, espresse un giudizio che mise un punto alla faccenda: “Non capisco perchè avete bisogno di un compositore o di gente inutile […] Avvilisce il servizio quando si tratta di gente che viaggia per il mondo come pezzenti”.
Le musiche di Mozart e Nardini conducono gli ascoltatori all’intrecciarsi di queste due storie “toscane”: la prima, se avvenuta, avrebbe cambiato le sorti della storia della musica; la seconda purtroppo ancora oggi inascoltata da molti stati nel mondo.

Organico: violino e due viole
Organico alternativo: quartetto d’archi
Organico alternativo: due viole


Questa è una gran Testa!

Cambini incontra Mozart

“Cambini ha composto dei quartetti, uno dei quali l’ho sentito a Mannheim; sono molto graziosi e gli ho fatto i complimenti”. Appena ascoltato Mozart, il quale eseguì a memoria una melodia ascoltata mesi prima e la rielabora alla sua maniera, Cambini esclamò stupito: “Questa è una gran Testa!”.
L’incontro parigino di Mozart con Cambini permette ad Alraune di proporre originalissima musica di Cambini affiancandola a quella ben più nota di Mozart; al contempo è l’occasione per parlare del fermento che brulicava nella Parigi pre-rivoluzionaria, tra la crisi finanziaria che strozzava le economie del popolino, una regina – Maria Antonietta – ben poco amata e la penetrazione delle nuove idee illuministe.

Organico: quartetto d’archi
Organico alternativo: trio d’archi
Organico alternativo: due viole

Tre toscani a Parigi

L’Europa unita dalla cultura

Il violoncellista Boccherini e il violinista Manfredi, amici fin dagli studi musicali a Lucca, percorrendo l’Europa in lungo e in largo con un programma in duo, si stabilirono a Parigi nel 1767. Ben presto anche il livornese Cambini si stabilì nella capitale francese e per poco non si ricostituì il “quartetto toscano” attivo a Milano qualche anno prima.
Traslochi, viaggi ed avventure erano assai usuali per i musicisti e piú in generale per gli artisti del Settecento; ció denota l’alto grado di permeabilità dei confini degli stati europei e la velocità di circolazione delle idee, che sono stati ingredienti importantissimi per il progresso della conoscenza in Europa e per la propria supremazia – supremazia crollata, manco a dirlo, quando gli arroccamenti di stampo nazionalista nell’Ottocento e ancor piú nel Novecento hanno martoriato a piú riprese il territorio con conflitti.
Imparerà l’Europa di oggi dalla storia di ieri? L’Ensemble Alraune prova a sensibilizzare a modo suo, a suon di musica.

Organico: quartetto d’archi
Organico alternativo: trio d’archi

Il metro di platino e i quartetti strampalati

Il 26 Marzo 1791 l’Assemblea nazionale francese approvò la definizione teorica del metro: un decimilionesimo del quarto del meridiano terrestre che passava per Parigi. Non contenti, dato che la misurazione era imprecisa, nel 1799 venne creato il campione standard in platino iridio.
La necessità di standardizzare nata nel Settecento, quando gli scambi commerciali e tecnologici intranazionali si fecero più frequenti, coinvolse anche il mondo culturale e portò, tra le altre cose, alla nascita del genere del quartetto d’archi e del trio con pianoforte.
Tutto ció a discapito della biodiversità musicale: deposta nel feretro la tecnica del basso continuo i compositori cominciarono a testare vari organici strumentali dal trio al sestetto, con o senza fiati, con o senza fortepiano e tra il 1750 e il 1770 vi fu un gran osare, sperimentare, scoprire combinazioni strumentali a volte assurde, a volte geniali, a volte particolari.
Anche il livornese Cambini ci mise del suo e compose alcuni quartetti strampalati per violino, due viole, violoncello che è bello poter riascoltare assieme ad altri “ensemble strani” di Leopold Mozart, Anton Wranitzky, Felice Giardini, Franz Hoffmeister, Carl Stamitz.

Organici: dal quartetto al sestetto (con o senza fortepiano)