Il capolavoro sconosciuto di Pergolesi

Nel 1731 un poco più che adolescente Pergolesi compone Li prodigi della divina grazia nella conversione e morte di San Guglielmo duca d’Aquitania, un dramma sacro in tre atti che gli valse come prova finale dei suoi studi al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo.

Fu eseguito nel chiostro di Sant’Agnello, una delle più antiche chiese di Napoli (anche chiamata Sant’Aniello a Caponapoli trovandosi nel punto più alto della città antica) ed è un dramma sacro dalle tipiche caratteristiche napoletane, infarcito di una religiosità estrema ma alleggerito dalla presenza di un personaggio buffo in dialetto che accompagna tutta l’opera. Questa commistione di tragedia e commedia fa subito pensare alla tradizione teatrale napoletana e vi si inserisce perfettamente: una tradizione che dalle sacre rappresentazioni medievali passa per il teatro seicentesco di stampo religioso e le cui vestigia sono rappresentate ancora oggi da quell’infinitamente cangiante rito teatrale natalizio partenopeo della “Cantata dei pastori”. Gli elementi prettamente popolari e buffi convivono con la drammatica vicenda spirituale, politica ed umana del protagonista creando due vere e proprie trame parallele, quella di San Guglielmo e del suo “Sancho Panza” napoletano, Cuosemo. Entrambi inizialmente fieri soldati, finiscono l’opera morto il Santo e in abiti talari (volente o nolente) Cuosemo.

Il disco sta ricevendo notevoli consensi.

Andrea Bedetti recensisce su Musicvoice.it: “Nello svolgersi di tutta l’opera, e ciò anche nei recitativi, vi è sempre una febbrile pulsione, un’instabilità interiore dalla quale emerge instancabilmente questo elemento storico, questa capacità di restituire filologicamente la dimensione conflittuale, di rendere una drammaticità che esula dalla semplice entità rappresentativa, quasi che il direttore e clavicembalista napoletano abbia voluto, con la piena compartecipazione delle voci e dell’accompagnamento orchestrale, raffigurare con i suoni l’incalzare della storia e delle sue influenze sull’uomo. Questa febbricità, questa “elettricità” interiore che si annida nel filone di tutta l’opera va a intervenire anche in una figura “stemperante” come può esserlo il ruolo comico incarnato dal Capitano Cuosemo (reso dallo stesso Mario Sollazzo con un’ottima resa “attoriale”), la cui dimensione “estraniante”, squisitamente “umana”, invece di rappresentare il tipico “elemento di rottura”, incarna lo strato sociale, la questione politica ed economica (per dirla con le concezioni marxiane) del tempo che vive, trasformando così la sua comicità in un’allusione drammatica.”

Francois Lehel scrive su OPERA magazine in Francia: “On est vite conquis par une irrésistible puissance dramatique, insérant les airs dans le feu de l’action, avec maintes innovations frappantes.  Le principal atout s’avérant l’Ensemble Alraune, richement coloré, sous la baguette de Mario Sollazzo, qui assure aussi le rôle de Cuosemo, basse bouffe, en dialecte napolitain: toujours drôle”. 

Dominy Clemens scrive: “The comic bass character of Captain Cuòsemo is the most distinctive ‘light relief’ of the piece, with Mario Sollazzo’s voice almost defiantly non-operatic but highly effective in the role. If you can cope with this Baroque genre’s usual swathes of recitative and male roles written for high or female voices – all convincingly acted and sung here – then the whole thing can be counted as royally entertaining.
You know you are in for a treat from the start, with an opening sinfonia full of drive and energy, the musicians of Ensemble Alraune sounding superb. The singers are all excellent, and the recording has a vibrant ‘live’ feel, with a sense that risks are being taken.The production is red-blooded and captivating, and all of the singers are excellent both in terms of vocal colour and dramatic characterisation. A particular highlight is San Gugliemo’s sublime aria Manca la guida al piè in Act III, but you’ll be hard pressed to find any weak moments at any point in this production.”

E la rivista DIAPASON riporta: “Mario Sollazzo et le bel ensemble Alraune gravent le premier succes (1731) de Pergolèse, un dramme sacré où regne la confusion des genres. Voyez l’extreme disparité des solstes, entre la grandiloquence seria de Carla Nahadi Babelegoto, la trivialité buffa des roles secondaires masculins et la ferveur oratorienne de Monica Piccinini.”

Operlaounge.de scrive: “Das italienische, stilsicher aufspielende Instrumentalensemble Alraune wird souverän von Mario Sollazzo geleitet, der auch noch die Partie des Cuòsemo übernommen hat, dessen komische Elemente er mit prägnantem Bariton genüsslich auskostet. Das übrige hochkarätige Sängerensemble pflegt eine hohe Klangkultur, indem alle ihre Partien durchweg klar- und schlankstimmig präsentieren, ohne dass es irgendwann blutleer klingt. Insgesamt lohnt es sich, dem selten zu hörenden geistlichen Drama durch diese ausgezeichnete Aufnahme näher zu kommen”

Martin Mezger su Concerto Magazine sintetizza così la registrazione del San Guglielmo: “Perdutamente divertente, abissalmente tragica. Il Quartetto alla fine del I. Atto è un’anticipazione del futuro del teatro musicale e tutta l’opera è un soprendente esempio di semplicità e economia di mezzi, ma è fenomenale come come Pergolesi riesca a raggiungere un’incredibile pienezza di figure, differenziazioni, sfere espressive e riferimenti. L’Ensemble Alraune si mostra nella sua forma migliore. Il direttore di origine napoletana Mario Sollazzo, che tra l’altro interpreta anche il ruolo di Cuosemo dirigendo dal Cembalo, da impulsi significativi attraverso la sua pregnante realizzazione del continuo, gli archi suonano con varietà che vanno dall’elastico al drastico, con una verve fatta di linee sensibili, attacchi pieni di temperamento e a volte accenti crudi. Il dramma del sacro vive, In questa intepretazione non di routine, pensata fino in fondo, guidata da un agile ininterrotta pulsazione rivive un’opera soprendente e si vive il dramma del sacro.”

Alraune ha registrato il San Guglielmo in prima registrazione integrale su strumenti originali, il triplo cd prodotto da NovAntiqua è uscito a luglio 2020.

3CD | LI PRODIGI DELLA DIVINA GRAZIA NELLA CONVERSIONE E MORTE DI SAN GUGLIELMO DUCA D’AQUITANIA | NA039


San Guglielmo | Monica Piccinini
San Bernardo | Carla Nahadi Babelegoto
Angelo | Caterina di Tonno
Demonio | Mauro Borgioni
Cuosemo | Mario Sollazzo
Arsenio | Federica Carnevale
Concertazione e direzione | Mario Sollazzo

© NovAntiqua Records